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Il Mulinello rotante, non è soltanto un mulinello. Il rotante, infatti, deve essere gestito, curato e sopratutto ben preparato per essere un fedele compagno nelle nostre avventure di pesca.
Vediamo nel dettaglio come organizzarci per avere un mulinello sempre pronto e ben regolato.

Una manutenzione ordinaria e straordinaria del nostro mulinello, infatti ci permette oltre che aumentarne la sua durata, anche di evitare rotture e soprattutto un uso ridotto delle reali prestazioni che può fornirci.


Equilibratura della bobina
L’equilibratura della bobina è fondamentale, perché una bobina non equilibrata riduce di molto la gittata dei lanci e la vita dei cuscinetti. 

Per effettuare una corretta equilibratura, ci sono due metodi, il primo è valido per mulinelli con bobine quasi equilibrate e si deve fare un fondo di circa 20m di diametro leggermente superiore a quello che abbiamo intenzione di caricare, ad esempio 0.30 e fondo dello 0.35. ( con il filo madre dello 0,35 a salire, non occorre farlo). Si fa un nodo UNI scorsoio e si blocca la nostra gassa al centro della bobina, tagliamo a filo il capo corrente del nodo, successivamente cominciamo ad avvolgere il nostro fondo con le spire il più possibile vicine le una alle altre per tutta la larghezza della bobina.

Il secondo metodo è valido per tutti quei mulinelli che hanno le bobine non equilibrate e così facendo si riesce a risolvere quasi definitivamente il problema. Si comincia come per il precedente, poi, recuperando con dei movimenti più ampi creeremo delle spire molto più larghe e distanti fra loro, dopo una 15ina di m, si creerà una sorta di U tra i due lati della bobina, successivamente , basterà pareggiare la differenza di profilo con il restante filo .

Al termine di entrambi i metodi, giunteremo il fondo con il filo madre e termineremo di caricare il nostro rotante.

Una bobina equilibrata emette solo un lieve fruscio e non vibra, se ciò dovesse accadere, bisognerà sbobinare il filo, e imbobinarlo di nuovamente. Come valido alleato, fa al nostro caso, un vecchio mulinello a bobina fissa ormai dimenticato… .


Regolazione del registro meccanico

Il registro meccanico regola il gioco laterale della bobina, ovvero la pressione che agisce sui cuscinetti. 
Il registro meccanico funziona diversamente a seconda che si utilizzi una bobina ad asse indipendente, sistema Ultracast (ABU 6500/5500/Ultra Mag e XLT,Penn 525 MAG) o ad asse solidale (7HT, Penn 525 GS,Shimano SpeedMAster).

Il registro meccanico di una bobina ad asse indipendente è costituito da un pignone che va a battere sul lato esterno del cuscinetto, rallentando la rotazione dello stesso, mentre quello di una bobina solidale agisce direttamente sull’asse e non sul cuscinetto, da qui ne deriva un uso operativo differente del registro meccanico : 

Rotante a bobina solidale, andrebbe posto a 0 assenza di gioco laterale. La bobina è in genere un po’ più pesante di quella Ultracast e lo spunto è gestibile dal sistema centrifugo/magnetico e dalla densità dell’olio.

Rotante a bobina Ultracast, andrebbe lasciato un leggero gioco laterale (0.5 mm) alla bobina, una chiusura eccessiva del registro produce , alla lunga, danni ai cuscinetti; da aggiungere che la bobina Ultracast è più veloce e leggera di quella ad asse solidale ed il sistema frenante ( centrifugo e/o magnetico) e la densità dell’olio assumono un importanza maggiore poiché non è consigliabile stringere troppo il registro laterale. 

Bobina Ultracast


Lubrificazione dei cuscinetti

Partiamo da un caposaldo:
Minore è il diametro del monofilo e maggiore dovrà essere la viscosità dell’olio utilizzato per la lubrificazione dei cuscinetti.

Maggiore è il diametro del monofilo e minore può essere la viscosità dell’olio utilizzato per la lubrificazione dei cuscinetti. 

La densità dell’olio nei cuscinetti modifica il tetto massimo di rotazione della bobina : un olio fluido farà girare i cuscinetti più velocemente di uno con densità maggiore .La densità andrebbe proporzionata al riempimento della bobina, ad esempio, una bobina carica di 0.25 non dovrebbe avere una lubrificazione dei cuscinetti con un olio fluido in quanto, il regime di rotazione della stessa sarebbe troppo elevato per le esigenze di pesca e il diametro della bobina non si ridurrebbe durante il volo e le parrucche sarebbero in agguato… 

Camera di Frenatura

La velocità di rotazione della bobina dipende anche dalla quantità e non solo dalla densità di olio che mettiamo nei cuscinetti. Ebbene sì, troppo e non girano, inoltre, l’olio in eccesso potrebbe fuoriuscire dai cuscinetti sporcando i centrifughi, invalidandoli. 

Non usate miscugli di oli, perché differenti marche e viscosità non si miscelano.


Per la lubrificazione dei miei rotanti io la faccio così: 

Nello smontare i cuscinetti dalla bobina/asse/telaio, li segno o li metto a verso ricordandomi come erano montati; i cuscinetti dovrebbero essere senza gli schermi, o almeno lasciandone uno che guarda l’esterno del cuscinetto montato (in modo che la parte senza,sia al riparo da polvere o altro) .

Immergo il cuscinetto per 5 minuti nello sgrassante ( non a base di ammoniaca), vanno bene anche quelli in bombolette a pressione che si usano per pulire i pezzi meccanici, se possibile, omologati NSF ( per l’industria alimentare), dopodiché. incastro il cuscinetto su di una matita e lo faccio girare. Il cuscinetto dopo un po’ comincia a crepitare nella rotazione, questo è il segno che lo sgrassante è evaporato. Prendo uno spillo, o un micro oleatore ( vano bene quelli per gli orologi) immergo la punta nell’olio e la faccio cadere nei cuscinetti (due gocce). Pulisco la superficie da eventuali residui di olio e rimonto il tutto ( a verso mi raccomando). 
La durata della lubrificazione da pesca varia moltissimo, dipende molto dalla densità del lubrificante utilizzato e dalla quantità di lanci effettuata. In genere dura una intera stagione se si usano oli densi e se i cuscinetti sono dotati di entrambi gli schermi, fatto sta che appena il rotante diventa più “rumoroso” oppure cominciano a crearsi strane parrucche o rotture è il segnale che si deve ripristinare la lubrificazione dei cuscinetti. 


Freni centrifughi 

In genere I rotanti da 12 e 15 lbs ( ABU 6500 , Daiwa 7HT) ne montano due di serie, alcuni rotanti da 18 e 20 lbs ( Penn 525 e 535 GS ) ne montano quattro in quanto la bobina pesa di più e possiede una maggiore inerzia durante il volo. 

Il freno centrifugo è di varie dimensioni e forma. Un centrifugo grosso frenerà di più di uno più piccolo, e una forma appuntita frena di meno di una forma larga. 

I centrifughi in plastica frenano meno di quelli in fibra di carbonio e bakelite, probabilmente è dovuto alla fluidità maggiore della plastica sulle pareti in metallo della camera di rallentamento rispetto agli altri due materiali. 

Il peso è una variabile importante, i centrifughi pesanti vanno ad inficiare sul volo del piombo e ci mettono al riparo dalle parrucche, ma, accorciano anche di molto i nostri lanci.

Centrifughi e Asse Solidale

Freno magnetico

Questo tipo di freno è ,secondo la mia esperienza, il migliore e gestibile per  per la pesca dalla spiaggia. 

Quando una lastra, nel nostro caso il bordo della bobina, di un metallo buon conduttore di elettricità si muove all’interno di un campo magnetico, vengono a crearsi tensioni indotte che generano delle correnti parassite (o correnti di Foucault), a loro volta, queste generano un altro campo magnetico opposto a quello iniziale ( il nostro magnete ), la forza di rallentamento agisce senza contatto fra le parti, ed è dovuta alla trasformazione in calore delle correnti indotte (effetto Joule) e la bobina viene frenata. 

La forza frenante del magnetico, è profondamente diversa dal freno centrifugo, in primo luogo, ha un andamento quasi esponenziale, nel senso che, più la bobina ruota velocemente, maggiore è l’effetto frenante, inoltre si ha la possibilità di gestire in tempo reale la forza frenante. 

Sistema Monomagnetico e Asse Ultra Cast

Nello specifico, se in spiaggia abbiamo un vento frontale a 15 nodi e vogliamo usare esche voluminose (sarda, cefalo e calamaro) posizioneremo il mag al massimo, la rotazione della bobina rallenterà e di conseguenza non avremo problemi di parrucche, mentre se il vento calasse di colpo,  evento non raro (significa che la scaduta è iniziata), non faremo altro che aprire di qualche tacca il mag e ci ritroveremo con un rotante molto più veloce.

Il Freno magnetico ha anche un’altra particolarità che richiede una certa dimestichezza ed esperienza. In presenza di condizioni meteo particolari, come calma di vento e vento di spalle, sommati ad una buona tecnica di lancio , come ground e pendulum, si può aprire (ridurre) il controllo magnetico durante il volo del piombo, acquistando qualche metro in più. 
A chi volesse provare, consiglio vivamente di aprire il mag qualche secondo dopo lo spunto del piombo e di fare le cose lentamente, altrimenti la bobina si gonfierà in maniera irreparabile ( birdnest)… 


Forma della bobina 

Una bobina con forma piatta ad andamento rettangolare, più lunga che alta, possiede uno spunto molto veloce e poca inerzia (ABU6500/5500,Penn 525) Viceversa una bobina quadrata (più alta che lunga) ha uno spunto meno veloce ma molta più inerzia (Shimano SpeedMaster).

Una bobina piatta rettangolare è facile che vada in overun sullo spunto ma, di solito, non crea problemi sullo “splash” del piombo, mentre una bobina quadrata non crea problemi sullo spunto ma sullo splash generalmente sì. 


Di fatto, il riempimento delle due forme costruttive, dovrebbe essere diverso; quella piatta può essere imbobinata anche al livello superiore delle flange, mentre, quella quadrata, è consigliabile restare circa 3mm sotto il bordo. 

Il peso della bobina è un altro termine di raffronto importante; una bobina pesante tarderà a ruotare (nessun problema sullo spunto) ma acquisterà molta inerzia durante il volo (prestare attenzione allo “splash” del piombo). Una bobina leggera avrà uno spunto da Formula1 alla griglia di partenza ma non possiede elevate criticità  sullo splash 


Alzo del lancio.

Si tratta ,secondo il mio pensiero, di una questione molto discussa, se peschiamo dalla spiaggia, controvento e con esche, una traiettoria caratterizzata da un alzo consistente sarebbe da preferire.

Nel volo si consuma più filo, è vero, ma non avremo problemi di parrucche sullo splash del piombo. Provate a lanciare teso a pesca, ditemi poi quanto tempo impiegherete a disfare le parrucche. Un ultima cosa, molto importante, un lancio alto, a pesca, ha una percentuale di sgancio delle esche dai bait clip quasi al 100%, possiamo asserire la stessa cosa dei lanci tesi?

Qui trovi gli altri articoli riguardante “Il rotante”:
–> Il Rotante: questo sconosciuto… [Seconda Parte]
–> Il Rotante: questo sconosciuto… [Terza Parte]

Questo articolo è stato scritto da:

Luca De Angelis
Luca De Angelis
Classe 1974,Perito Meccanico, Master al M.I.T. ,pesca dalla spiaggia dal 1987, come mentore ha Alberto Belfiori.
La passione che ha per il Surf Casting, come filosofia di vita, lo portano allo studio e alla sua divulgazione.

Appassionato delle canne a Ripartizione di Potenza e dei mulinelli a tamburo rotante.Considerato “Old Style”, per la sua attrezzatura e per l’approccio mentale, fanno di lui un riferimento storico.

Nei primi anni 90, si avvicina anche al mondo del Long Casting con buoni risultati, il suo record personale ottenuto con la DAIWA WKT 12’ e lancio pendolare è stato di 216m.

Pesca nell’oceano Pacifico in California; nell’ Atlantico alle Canarie, Costa d’Avorio, Ghana, Namibia, Sud Africa ed in Mauritania dove, partecipa alla Coppa Internazionale Mitchell Air Afrique a Nouadhibou.
E’ stato detentore di un record mondiale IGFA, classe 6Lb. Ha collaborato con la Rivista Surf Casting Magazine.

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Di Luca De Angelis

Classe 1974,Perito Meccanico, Master al M.I.T. ,pesca dalla spiaggia dal 1987, come mentore ha Alberto Belfiori. La passione che ha per il Surf Casting, come filosofia di vita, lo portano allo studio e alla sua divulgazione. Appassionato delle canne a Ripartizione di Potenza e dei mulinelli a tamburo rotante.Considerato “Old Style”, per la sua attrezzatura e per l’approccio mentale, fanno di lui un riferimento storico. Nei primi anni 90, si avvicina anche al mondo del Long Casting con buoni risultati, il suo record personale ottenuto con la DAIWA WKT 12’ e lancio pendolare è stato di 216m. Pesca nell’oceano Pacifico in California; nell’ Atlantico alle Canarie, Costa d’Avorio, Ghana, Namibia, Sud Africa ed in Mauritania dove, partecipa alla Coppa Internazionale Mitchell Air Afrique a Nouadhibou. E’ stato detentore di un record mondiale IGFA, classe 6Lb. Ha collaborato con la Rivista Surf Casting Magazine.

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