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In questo articolo andiamo ad affrontare un argomento che ritengo basilare per affrontare la pesca dalla spiaggia poichè determina maggiormente la positività, in termini di catture, di una pescata. Dove lanciare le proprie esche perché siano raggiunte il prima possibile da un pesce. 

Mi preme fare una mia considerazione importante. Io sono dell’opinione che in questo sport, nel surf casting, non esistono professori e tantomeno mi reputo tale io stesso, poiché tutti, anche i più bravi hanno da imparare sempre e comunque qualcosa ogni giorno di più, di converso alcuni di noi hanno avuto la fortuna di collaborare con i migliori talenti della categoria e imparare qualcosa da ognuno di loro.

Io ho avuto la fortuna di collaborare, nell’ambito delle nazionali giovanili, con alcuni dei miti del passato e del presente e di seguire i loro insegnamenti.
Alfonso Vastano, Vittorio Galassi, Lino Materazzo, alcuni dei loro nomi.
Queste conoscenze hanno ampliato il mio bagaglio tecnico, facendo migliorare giorno dopo giorno il mio approccio a questa pesca ed i risultati nelle gare.

Mi auguro che così come successo a me, le nozioni che seguono e seguiranno, possano aiutare a migliorare il vostro percorso di pesca ottenendo, magari, anche successi agonistici……andiamo a cominciare:

La c.d.” Lettura del mare”  è stata ampiamente trattata in molti articoli sia nelle riviste specializzate che in via informatica in maniera quasi sempre esaustiva.
L’individuazione di canali, canaloni, buche e secche sia attraverso la conformazione della battigia, sia individuando la diversa colorazione dell’acqua è ormai nota a tutti e facilmente interpretabile, quello che invece nei predetti articoli non viene quasi mai indicato è il modo di pescare in prossimità di queste zone.

Viene indicato che il canalone è la zona migliore, che la buca è sinonimo di presenza di pesce….. e spesso succede che….invece….non ne caviamo un pesce ed anzi spesso….. ci troviamo, il nulla se non delle copiose alghe e del gran sporco.

Fissiamo subito un importante presupposto, se vogliamo imparare a capire dove è più probabile la presenza del pesce in un tratto di mare dobbiamo guardare il mare non come una massa d’acqua ma, bensì, come una fonte di ENERGIA.

Più precisamente la massa d’acqua salata davanti a noi si muove in un certo modo ( che andremo a vedere )  producendo con la sua energia diverse FORZE che influenzando il fondo sabbioso creano smottamenti e movimenti  che, a loro volta, diventano zone di attrazione per i pesci scoprendo organismi e microorganismi che avviano la catena alimentare.
Queste zone si formano sia a pochissimo metri dallo scalino di battigia, sia a svariati metri e la bravura del bravo surfcaster sta nel localizzarli il prima possibile.

A questo punto bisogna analizzare due cose importanti, come si muove il mare e come vivono i pesci.
Partendo da quest’ultimo punto, noi umani siamo portati istintivamente a valutare ciò che ci circonda con i nostri principi esistenziali, dimentichiamo che nel mondo animale i principi di vita, che influenzano le loro attività, sono molto più semplici.

I pesci, come molti altri animali, vivono per ottemperare tre punti fondamentali: mangiare, riprodursi e soprattutto non farsi mangiare. Non socializzano, non giocano a Burraco e non fanno l’aperitivo in compagnia come gli umani.

Guardiamo in forma molto sintetica e generale come si muove il mare, la massa d’acqua è formata dall’insieme di molecole e viene influenzata principalmente da due fattori, il Vento e la marea.

La marea è paragonabile ad un piatto pieno d’acqua ( la terra ) che si inclina leggermente da un verso all’opposto nel ciclo del calendario lunare, spostando la massa da un punto all’altro. Gli spostamenti sono due al giorno e tra un picco di alta marea e l’altro passa un intervallo medio di 12 ore, 27 minuti e 17 secondi, pertanto tra quello di Alta e quello di bassa passano circa 6 ore e 14 minuti. Naturalmente quando da una parte si sposta l’acqua forma l’alta Marea a quello opposto si abbassa e forma la bassa marea. In oceano l’alta marea innalza il fondale di 10/20 metri, in mediterraneo si parla di pochi centimetri.

L’altra concausa è il vento che, impattando in un certo punto al largo del mare, sposta la superficie dell’Acqua, spinge le molecole verso il basso spostandole e creando un buco, le molecole adiacenti si muovono per occuparlo ed inizia a formarsi l’onda che potrà dirigersi sia verso la spiaggia che verso il largo a seconda della direzione del vento.

Se si dirigerà verso la spiaggia, al momento in cui incontrerà un dislivello verso il fondo pari alla metà o meno della sua altezza, creerà la cresta, poi la schiuma ed andrà ad infrangersi sulla battigia o su una eventuale secca.

In entrambi i casi è interessante capire come si muovono le molecole che in realtà non si muovono in linea orizzontale spostandosi, ma spingono le molecole adiacenti, dirigendosi in verticale verso il fondo, che a loro volta proseguono per simpatia a quelle vicine fino al termine del percorso.

La forza si direziona in realtà verticalmente in senso rotatorio, trasmessa alle altre molecole, finendo la corsa sul fondo smuovendolo e scoprendolo.
In un paragone più semplice è come se voi prendeste una corda lunga due tre metri, e la agitaste tenendola in mano dal basso verso l’alto, si formerebbero delle onde sulla corda che scorrono in avanti, ma il tessuto della corda non si sposterebbe di un millimetro.

Quando le molecole incontrano il dislivello più basso tenderanno a schiacciarsi e smuoveranno ancor più forte la sabbia scoprendo vari microorganismi del fondo.

Altra considerazione importante sono le correnti.
Questi movimenti delle molecole creano correnti, ovvero movimenti dell’acqua sopra e sotto la superficie che, a loro volta, creano forze che scavano, si incrociano, si oppongono tra loro. In un breve tratto di mare, quale può essere la postazione di gara, non ci sarà mai una sola direzione di corrente ma almeno due e spesso di più.

La loro potenza e la loro direzione determinerà la bontà o meno della postazione di gara e la maggiore o minore presenza di pesci davanti a voi.

Le due correnti sempre presenti sono la primaria e la secondaria

CORRENTE PRIMARIA – CORRENTE SECONDARIA

Ma sovente queste due correnti sono accompagnate da correnti trasversali che si formano localmente e temporaneamente per svariati motivi, presenza di pennelli, banchi di sabbia etc.

E’ importante ricordarsi che le correnti non sono quasi mai, come rappresentato nelle figure, verticali ma anzi spesso sono oblique e irregolari, in quanto influenzate dalle altre, ed anche i canali che formano, spesso, non sono verticali ma bensì obliqui e sinuosi. 

Come individuare il movimento delle correnti?
Se siamo nei pressi della battigia è piuttosto semplice, guardando lo scalino è facilmente visibile  dove la corrente secondaria si “infila” sotto la massa d’acqua poiché  crea un  movimento contrario in superficie, spesso schiuma di ritorno verso il largo, nuvole di sabbia ed altri segnali visivamente percettibili, già a pochi metri però, questi segnali scompaiono.

Teniamo presente che la corrente secondaria può tornare indietro per pochi metri come per diverse decine se non più metri. In questo percorso creerà un corridoio ( canale ), smuovendo il fondo e scoprendo il mangiare  avviando  la catena alimentare.

Per individuarli a distanza sarà utile munirsi di occhiali polarizzati e dal punto più alto della spiaggia guardare i colori dove, i più scuri indicheranno, oltre eventuali banchi di alghe, gli avvallamenti ( canale e buche ) creati dalla corrente mentre i colori più chiari determineranno le secche ed i banchi di sabbia; sondare lanciando un piombo congruo alle condizioni del mare e sentire dove esso trova più o meno resistenza al richiamo, cercando di intuire il percorso che la forza della secondaria intraprenderà.

GRAFICO / CANALE / PUNTA / SECCA / CORRENTI

Altra indicazione la potremo avere dalla presenza di sassi e legnetti sulla battigia, laddove dovessimo trovarne in concentramento più cospicuo, sarà un punto di scarico della corrente primaria che avrà avuto la forza di spostarli fino a quel punto e da lì ripartirà una secondaria molto più forte delle altre…… nella speranza che non siano stati portati da qualche ragazzino….per ornare un castello di sabbia.

Come pescare in queste zone?
In condizioni di mare calmo
dovremo localizzare tutti i minimi dettagli che ci possano far capire dove le correnti possano essere presenti, partendo dalle eventuali buche e canali.

Accertata la loro presenza proveremo ad andarci dentro per capire sia se ci sono alghe, sia se sono ancora attive, ovvero ci sia mangiare o se siano diventate sterili, vuote di organismi. Se sono attive dopo poco qualche pesce si farà vivo, se dopo due lanci non avvertite segnali di vita è molto probabile che sia diventata sterile.

Naturalmente dopo una mareggiata, nelle immediatezze della calma del mare, buche e canaloni sono quasi sicuramente fonte di mangiare, ma dopo qualche giorno,è naturale che diventino sterili. In questo caso diventano più importanti le zone adiacenti alle secche, sia sui lati che, soprattutto, nella parte fronte mare.

Infatti se la piana della secca viene considerata zona poco utile per la sua conformità ( dura ), esposizione più facile ai predatori ed altro, sui lati e frontalmente, sugli scalini più o meno pronunciati di degrado è sempre esposta a correnti più o meno forti, diventando costanti zone di ossigenazione dell’acqua, di movimento e di deposito.

Sulle nostre coste dove localizziamo una punta di sabbia che indica una secca, dovremo guardarci sia a destra che a sinistra, perché ne troveremo sempre un’altra più o meno lunga della prima. Infatti una secca di entrata verso la battigia, ne forma sempre un’altra in uscita, ovvero la corrente (forza) che si dirige lateralmente alla secca verso riva verrà sempre spinta dalla secondaria verso il largo, creando una seconda secca, solitamente più corta, formando una corrente ad U .

Questa strada invisibile è sicuramente zona molto interessante per i pesci alla ricerca di cibo e comprende molto spesso i primissimi metri della battigia.

Affrontando invece il mare in condizioni di Mosso o Molto Mosso
i riferimenti maggiori li avremo dalla formazione delle onde e dalle schiume, che permetteranno di localizzare bene i canali e canaloni, dove i pesci troveranno in continuazione cibo scoperto dalle forti correnti, e sfruttabili se non intasati di alghe e sporcizia varia.

In questo caso dovremo ragionare immaginando dove sia il tratto di mare dove i pesci possano trovare il mangiare, spendendo minor energia possibile e, vista la presenza di forti correnti dovute alla mareggiata, aumentano esponenzialmente i luoghi dove questo può avvenire.

Le secche diventano di colpo zone di fortissime correnti che sfavoriscono l’avvicinamento di molti pesci grufolatori, tranne quei “trattori” che sono i Saraghi, che, invece, spadroneggeranno anche nelle schiume delle secche, come le spigole. 

Avremo modo nei prossimi articoli di approfondire ancor di più l’argomento, nella speranza di abituarvi ad un certo tipo di ragionamento, che porta conseguentemente a scegliere sempre un punto di pesca davanti a voi, anche sbagliando inizialmente, frutto di scelte logiche e calcoli razionali, evitando il famoso lancio del “….Io speriamo che prendo un pesce” e della ricerca dei “ Branchi da …..uno”.

Ci risentiamo presto……………. Max 

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Questo articolo è stato scritto da:

Massimiliano Giacich
Massimiliano Giacich
Massimiliano Giacich, per tutti Max, nato a Livorno, entra in Polizia giovanissimo mantenendo la passione per la pesca acquisita nella città labronica. Svolge il suo servizio a Massa Carrara dove nel 1996 muove i suoi primi passi nel surf casting nella società Surf Club 91.

Ricopre diversi ruoli all’interno della FIPSAS tra cui quello di giudice di gara, diventando Giudice Nazionale, responsabile prima provinciale e poi Regionale per la Toscana del Settore Mare e di Presidente della Sezione Provinciale. Ma la sua più grande passione è per la parte tecnica, Istruttore di Pesca per la federazione, nel 2012 viene chiamato come Vice C.T. alla Nazionale Femminile di surf casting dove collabora con Alfonso VASTANO, dal 2013 e fino al 2016 viene nominato Vice C.T. alla nazionale Under 21 di surf casting collaborando alla guida dei ragazzi con Vittorio GALASSI, nel 2017 viene nominato Vice CT all’under 16 di surf casting collaborando il CT Agostino ANTONELLI e dal 2018 torna alla nazionale Under 21 di surf casting come vice CT con Lino MATERAZZO, con il quale condivide, sempre come Vice CT, anche il mondiale Femminile del 2017 in Sud Africa.

Vanta all’attivo una medaglia d’argento per nazioni con l’under 21 nel 2016 in Spagna a Castellion; una medaglia d’oro per nazioni nel 2019 nel mondiale under 21 svoltosi in Italia a Latina ed una medaglia d’argento per nazioni con l’under 21 nello scorso mondiale disputato in Spagna a Peniscola.

Collabora come Staff a tre mondiali di canna da natante, seguendo la nazionale Under 21 di quella specialità negli anni 2016 in Montenegro, nel 2019 a Lecce in Italia e nel 2021 in Slovenia a Pirano, collaborando con i CT Franco NOSTRINI ed Alberto MARCHI, contribuendo alla vincita di 3 medaglie d’oro, un argento ed un bronzo a livello di nazioni.

Appassionato alla formazione dei ragazzi nella pesca a surfcasting, mette a disposizione dei lettori quanto da lui imparato sulla interpretazione del mare, sulla base dell’esperienza maturata negli anni, nei diversi luoghi frequentati tra Mediterraneo e Oceano.

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Di Massimiliano Giacich

Massimiliano Giacich, per tutti Max, nato a Livorno, entra in Polizia giovanissimo mantenendo la passione per la pesca acquisita nella città labronica. Svolge il suo servizio a Massa Carrara dove nel 1996 muove i suoi primi passi nel surf casting nella società Surf Club 91. Ricopre diversi ruoli all’interno della FIPSAS tra cui quello di giudice di gara, diventando Giudice Nazionale, responsabile prima provinciale e poi Regionale per la Toscana del Settore Mare e di Presidente della Sezione Provinciale. Ma la sua più grande passione è per la parte tecnica, Istruttore di Pesca per la federazione, nel 2012 viene chiamato come Vice C.T. alla Nazionale Femminile di surf casting dove collabora con Alfonso VASTANO, dal 2013 e fino al 2016 viene nominato Vice C.T. alla nazionale Under 21 di surf casting collaborando alla guida dei ragazzi con Vittorio GALASSI, nel 2017 viene nominato Vice CT all’under 16 di surf casting collaborando il CT Agostino ANTONELLI e dal 2018 torna alla nazionale Under 21 di surf casting come vice CT con Lino MATERAZZO, con il quale condivide, sempre come Vice CT, anche il mondiale Femminile del 2017 in Sud Africa. Vanta all’attivo una medaglia d’argento per nazioni con l’under 21 nel 2016 in Spagna a Castellion; una medaglia d’oro per nazioni nel 2019 nel mondiale under 21 svoltosi in Italia a Latina ed una medaglia d’argento per nazioni con l’under 21 nello scorso mondiale disputato in Spagna a Peniscola. Collabora come Staff a tre mondiali di canna da natante, seguendo la nazionale Under 21 di quella specialità negli anni 2016 in Montenegro, nel 2019 a Lecce in Italia e nel 2021 in Slovenia a Pirano, collaborando con i CT Franco NOSTRINI ed Alberto MARCHI, contribuendo alla vincita di 3 medaglie d’oro, un argento ed un bronzo a livello di nazioni. Appassionato alla formazione dei ragazzi nella pesca a surfcasting, mette a disposizione dei lettori quanto da lui imparato sulla interpretazione del mare, sulla base dell’esperienza maturata negli anni, nei diversi luoghi frequentati tra Mediterraneo e Oceano.

10 commenti a “Leggere e Interpretare il Mare per Pescare (Pt.1)”
  1. A quelle distance peut on trouver les poissons si la mer est calme et si la mer est peu agitée et si la mer est forte.
    Merci pour le partage.
    From Algeria

  2. Buongiorno Max,
    Sono un appassionato e mi considero sempre un principiante perché come dite voi c’è sempre da imparare; ho trovato queste spiegazioni chiare e illuminanti, in mezzo a un mare di informazioni.
    Grazie per i preziosi suggerimenti e consigli, vi seguito con grande interesse. Vi stimo e vi incoraggio !
    Adriano Lecce

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